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dai GIORNALI di OGGIIl Nyt: "Decadente alla Satyricon" Time: "L'Italia è Berlusconistan" Financial Times: il vero peccato di Berlusconi è l'economia "ll vero peccato di Berlusconi" è di essere uno dei peggiori gestori dell'economia italiana: l'Italia è sempre più oberata dal debito pubblico e sarà il solo Paese dell'eurozona con tre anni consecutivi di recessione. Il Financial Times torna alla carica e lancia un nuovo affondo al premier italiano, 2009-05-28 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-05-29 Il caso Noemi e le "dieci domande" di Repubblica sui media Usa E in Europa la vicenda diventa oggetto di cronaca ormai quotidiana Il Nyt: "Decadente alla Satyricon" Time: "L'Italia è Berlusconistan" Il Nyt: "Decadente alla Satyricon" Time: "L'Italia è Berlusconistan" ROMA - La vicenda dei rapporti tra il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e la giovane napoletana Noemi Letizia, e il crescendo di contraddizioni cui si riferiscono le dieci domande di Repubblica ancora senza risposta, continuano a interessare la stampa internazionale in Europa e negli Stati Uniti. "Le scappatelle del primo ministro alla fine fanno sollevare qualche sopracciglio", titola il New York Times, che dedica alla vicenda una dettagliata ricostruzione e nota: "Gran parte del successo di Berlusconi nasce dalla sua abilità di leggere gli umori del Paese. Ora molti si chiedono se finalmente non abbia fatto un calcolo sbagliato e non stia spingendo troppo in là i tolleranti italiani, e se la sua reputazione di fine carriera non somigli sempre più alla decadenza imperiale del Satyricon di Fellini". Il settimanale americano Time titola: "Berlusconi e la ragazza. Niente di piccante, grazie". L'articolo di Jeff Israely, a lungo corrispondente da Roma, è graffiante: parla dell'Italia come del "Berlusconistan" e in cui i critici "riescono in qualche modo ad andare in tv, sostenendo che il 72enne maestro dei manipolatori ha innescato un ciclo di notizie che in realtà potrebbe portare alla sua fine politica". Il quotidiano conservatore francese Le Figaro parla dell'"affaire Noemi" e sottolinea che "Berlusconi ha l'arte di complicarsi la vita". Il britannico Guardian dà alla vicenda una lettura "interna": "Per capire quanto sia in difficoltà Berlusconi - titola il giornale - basta il fatto che persino i Blair stanno prendendo le distanze da lui". Cherie parlò "rapita" del viaggio con Tony in Sardegna nel 2004 ospiti del Cavaliere. "Ma allora era allora": quando la ex first lady è intervenuta questa settimana su quel viaggio, lo ha fatto "prendendo in giro la bandana indossata per coprire quello che lei insiste fosse un trapianto di capelli (nonostante il suo rifiuto di ammetterlo)". E ancora: "Nessuno lo accusa di alcun rapporto sessuale improprio, e non ci sono basi per sostenerlo. Ma come avviene in molti scandali che coinvolgono uomini e donne politici, il punto non è quel che Berlusconi ha fatto, ma se stia o meno dicendo la verità. L'opposizione sostiene che chi mente sulla sua vita privata non può governare". Continuano a occuparsi della vicenda altri grandi quotidiani europei. El Pais torna oggi con una corrispondenza: "Convertito in un caso globale dalle proprie contraddizioni (ha mentito ripetutamente sulla vicenda), il caso Noemi coinvolge ogni giorno nuove persone". E Libération: "Fiat tenta di acquisire Opel, l'economia italiana soffre la crisi, ma a dieci giorni dalle elezioni europee, l'Italia non ne ha che per papounet. Il velo di misteri e sospetti intorno alla relazione tra Berlusconi e la giovane che gli ha dato questo soprannome, si impone al centro delle discussioni, delle polemiche e ormai della politica". Infine l'americano Christian Science Monitor: "Con l'Italia che si prepara a ospitare il summit G8 Berlusconi nel mirino di uno scandalo personale". E il giornale commenta: "Nel mezzo di una crisi economica, l'Italia sembra occuparsi più del presunto affaire del primo ministro con una teenager che del summit di luglio". (29 maggio 2009)
Il premier si fa la domanda e si dà la risposta. Due, tre, quattro versioni per giustificare gli incontri con Noemi: inevitabile che si ingarbugli Un mese di contraddizioni poi arriva la verità ad personam di GIUSEPPE D'AVANZO Un mese di contraddizioni poi arriva la verità ad personam Berlusconi, un mese dopo, risponde alle domande che si fa da solo. Minorenni? "Non ho detto niente". Sesso con le minorenni? "Assolutamente no, ho giurato sulla testa dei miei figli e sono consapevole che se fossi uno spergiuro mi dovrei dimettere, un minuto dopo averlo detto". (Il Cavaliere ha memoria corta. Già gli è capitato di giurare sulla testa dei figli per negare che Fininvest avesse un "comparto off-shore, very secret", All Iberian. Ora che quell'arcipelago di "fondi neri" ha trovato una documentata conferma, il capo del governo ha dimenticato quel fragoroso spergiuro). La mossa del presidente segue un sentiero che gli è familiare fino all'abitudine. Rovescia il tavolo per uscire dall'angolo in cui si è cacciato con la sua apparizione in un ristorante di Casoria per festeggiare una diciottenne. Stende un velo sui tre eventi che egli stesso si è combinato: l'incomprensibile presenza in una periferia napoletana; l'offesa pubblica alla moglie; scelte politiche che hanno convinto Veronica Lario a parlare di "ciarpame politico". Se questo "caso Berlusconi", come si è voluto accreditare, fosse stato soltanto una pruderie, magari il colpo di teatro del premier sarebbe stato anche efficace.Fin dall'inizio, però, questa storia non ha avuto nessuna parentela (o soltanto un legame forzato) con il gossip. Lo dimostrano con l'evidenza della luce le quattro parole ("Non ho detto niente") con cui Silvio Berlusconi liquida l'intero rosario di discorsi e ricordi offerto nel monologo a Porta a porta, in tre interviste ufficiali (France 2, Corriere della sera e Stampa), nelle molte conversazioni ufficiose con i cronisti, nella pubblica promessa di "spiegare tutto" (Cnn). Della ricostruzione che il capo del governo ha proposto all'opinione pubblica non è rimasto in piedi, dopo quattro settimane, nemmeno un muro. Il think tank di Gianfranco Fini (farefuturo) e Veronica Lario lo accusano di selezionare la nuova élite politica del Paese negli studi televisivi, nei set dei reality, magari tra i cactus di Villa Certosa tra "le vergini che si offrono al drago". Il Cavaliere nega di aver mai voluto candidare alle Europee "veline" qualche ora prima che veline e soubrette confermino di aver firmato per quelle candidature. Veronica Lario svela che il premier "frequenta minorenni" posseduto da un'ossessione per il sesso che ne pregiudica la salute ("non sta bene") e il presidente del consiglio ha dichiarato in tv di non frequentare minorenni e di stare benissimo. Salta però fuori una minorenne (Noemi) che certamente ha frequentato e frequenta. Per giustificarne gli incontri, Berlusconi s'ingarbuglia in una, due, tre, quattro versioni. Quanto più corregge e contraddice la sua memoria, tanto più offre ricostruzioni che stanno in piedi come un sacco vuoto. La risposta alle dieci domande che Repubblica avrebbe voluto fargli, se avesse accettato di essere intervistato, avrebbero potuto chiudere la partita, restituire al premier l'attendibilità perduta, ridimensionare una criticità che distrugge la sua reputazione (e quella dell'Italia) nel mondo. Ha preferito tacere, invece. Con ostinazione continua a tacere oggi mentre gli "arrangiamenti" si sbriciolano come un biscotto sotto la pressione di qualche interrogativo rivolto ai protagonisti. Un testimone attendibile, ex-fidanzato di Noemi, racconta di un uomo di 73 anni, capo del governo di un Paese con molte difficoltà da affrontare, che telefona in un pomeriggio autunnale del 2008 a una diciassettenne per dirle come sia "angelico" il suo viso e "puro" il suo sguardo. Decide di "allevarla". La invita a Roma, a Milano, in Sardegna quando - confessa la ragazza - si sente solo. La colma di regali e attenzioni. Il testimone, con un guaio giudiziario alle spalle, costringe Berlusconi a smentire se stesso. Il Cavaliere aveva detto di aver incontrato la ragazza sempre alla presenza dei suoi genitori, deve smentirsi: è vero, l'ho invitata - era ancora minorenne - prima a Villa Madama, poi a Villa Certosa e i genitori non c'erano. Si comprende, allora, perché il premier non risponda alle sollecitazioni: non può rispondere ad alcuna domanda senza danneggiare irrimediabilmente se stesso e un futuro luminoso progettato per concludersi al Quirinale. L'"unità di crisi", che lo consiglia, si convince a incamminarsi per la solita strada del "complotto", ma è ancora fresco nel ricordo di tutti che è stato lo stesso Berlusconi a costruire la trappola che lo tiene prigioniero senza voler ricordare che i protagonisti di quest'affare sono direttamente o indirettamente "berlusconiani", passando per Veronica Lario, da farefuturo al testimone, che svela il primo contatto tra il premier e la diciassettenne. La teoria del complotto diventa un soufflé sgonfio. Berlusconi, alle strette, riconverte i suoi passi verso una direzione che conosce bene e gli ha portato sempre fortuna: "non ho detto niente". Il "non ho detto niente" di Berlusconi è la formula che contiene il nucleo stesso del suo sistema politico perché è il dispositivo che cancella ogni distinzione tra vero e falso. Con quel "non ho detto niente" il premier vuole eliminare, non solo le sue contraddizioni e incoerenze, ma anche gli eventi e i fatti concreti, il loro ricordo nella mente dei testimoni e dell'opinione pubblica. Pretende che sia accettato il suo personale canone secondo il quale non esiste alcun modo di stabilire che cosa sia vero perché "non esiste un criterio di verità praticabile" se si esclude ciò che viene dichiarato vero al momento. Il premier (consapevolmente o meno, non importa) ci invita a dare fede soltanto alle "credenze" che naturalmente possono essere cancellate il giorno successivo (e qui è un gioco da ragazzi per chi controlla stampa e network tv). In questo mondo di cartapesta la verità dura un solo giorno e il Gran Bugiardo che lo ha fabbricato non può mai essere accusato di mentire perché ha abolito l'idea stessa della verità. Al fondo del "caso Berlusconi", che soltanto occasionalmente ha incrociato la vita di una ragazza e di una famiglia, c'è - come direbbe Leszek Kolakowski - "il cuore di una nuova civilizzazione" che abolisce l'idea stessa di verità. Che rende indifferente sulla scena politica l'attendibilità del premier perché il premier può affatturarsi la realtà come meglio gli conviene in quel momento, salvo poi rimodellarla il giorno dopo. Non tutti dalle nostre parti hanno compreso, contrariamente a quanto è stato subito chiaro alla stampa di mezzo mondo, che il "caso Berlusconi" oggi ci parla di minorenni, ma contemporaneamente o domani ci può parlare di disoccupazione, sviluppo, recessione, fisco, terremoto, famiglia, Europa, rifiuti: in una parola, del destino del Paese perché mette in gioco la sua rappresentazione pubblica e l'affidabilità di chi lo governa. È a questa prova che Berlusconi sfugge rispondendo soltanto alle domande che egli stesso si pone senza nemmeno rendersi conto quanto avvilente sia vederlo apparire nei tg della sera per giurare che non fa sesso con le minorenni. Per evitare dieci domande, il premier preferisce questa umiliazione e, peggio, decide di inoltrarsi sempre di più in un vicolo cieco che minaccia di soffocarlo. Giurare sulla testa dei figli che non ha "rapporti piccanti" con le minorenni, pena le dimissioni immediate, è una sfida funesta che lo rende debole, soprattutto ricattabile. Qualunque minorenne - ed è ormai provato che a Berlusconi capita di frequentarle - può inventarsi la bubbola e scatenare un terremoto istituzionale. Questa è la strada sdrucciolevole che ha scelto il premier, costretto a scendere nei sotterranei del suo castello di bugie, incapace di spiegare perché ha mentito, a dire che cosa lo ha costretto a mentire, che cosa ancora oggi gli impone di tacere la verità. Questo è il dramma di un uomo e di un politico che è il capo del governo italiano. (29 maggio 2009) |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2008-05-29 Anche il giornale moderato francese accusa il premier Dalla Spagna: "Non ha risposto alle dieci domande" Il "Figaro": "Berlusconi indebolito" In Germania: "Valori cambiati" Il "Figaro": "Berlusconi indebolito" In Germania: "Valori cambiati" Anche il Figaro critica Berlusconi ROMA. Il caso Berlusconi-Noemi continua ad interessare la stampa estera. Dopo gli attacchi di ieri con l'editoriale del Financial Times,le critiche dell'Independent e di EL Paìs, e la successiva risposta piccata del ministro degli Esteri Franco Frattini, oggi è il quotidiano francese di orientamento moderato Le Figaro a occuparsi della vicenda. "Indebolito dalla vita privata". Il giornale diretto da Etienne Mougeotte dedica al presidente del Consiglio una foto in prima pagina e due colonne a sinistra con un titolo emblematico: "Berlusconi indebolito dalla sua vita privata". Nell'articolo all'interno del giornale, firmato dal corrispondente da Roma Richard Heuzé, si sottolinea come il premier "abbia l'arte di complicarsi la vita", in questo caso a sole "due settimane dalle elezioni europee e amministrative e con una popolarità che lui stesso afferma essere del 73%". "Difatti - prosegue Heuzé -, tutti i temi politici delle elezioni, dalle riforme parlamentari all'immigrazione, sono tutti stati relegati in secondo piano". Infine, il corrispondente del Figaro sostiene che l'arrivo di Berlusconi allo stadio Olimpico ieri sera per la finale di Champions, è stato "salutato dai presenti al grido di "papi, papi", il soprannome che Noemi Letizia ha dato al premier. "Ha cambiato la società italiana". Sul tedesco Sueddeutsche Zeitung è apparso invece un editoriale allarmato del corrispondente dall'Italia Stefan Ulrich che parla dei tanti errori politici di Berlusconi, e di come quest'ultimo abbia "cambiato la società italiana". "Berlusconi - scrive Ulrich - ha imposto una vita-spettacolo ai limiti della volgarità. Consumismo rapace, opportunismo e sfrenatezza sono i nuovi valori". "Il Nobel? Uno scherzo?" Sul quotidiano berlinese Tagesspiegel è uscito oggi nella pagina degli editoriali un ritratto di Berlusconi carico di pungente ironia. L'articolo informa i lettori della raccolta di firme avviata per iniziativa dei comitati guidati da Emanuele Verghini per proporre Berlusconi come Nobel per la pace. "Uno scherzo? - si chiede il giornale - Nom per nulla. In un momento storico Berlusconi è riuscito a scongiurare il pericolo della terza guerra mondiale e ha salvato il mondo dall'olocausto nucleare - afferma sarcastico Tagesspiegel". Poi il commento finale: "Di fronte a questi meriti certo non irrilevanti, le piccole, meschine polemiche sul caso-Noemi e sulle donne nelle liste elettorali potrebbero infine sparire". "Non risponde alle dieci domande". Il periodico spagnolo El diario Montanes invece torna sul caso delle dieci domande e afferma che La Repubblica ha "costretto il premier a chiudersi in casa senza rispondere alle domande e a ritirarsi dalla campagna elettorale per le elezioni europee". Il blog del Financial Times. Dopo l'attacco pubblicato ieri, oggi si riparla di Berlusconi nel Brussels blog di Tony Barber: il "vero peccato" del premier non ha a che vedere con la vicenda Noemi Letizia o con il caso Mills, ma con la sua cattiva gestione dell'economia italiana. Giudicando "sorprendente che non sia stato condannato per essere il peggior amministratore dell'economia italiana dal 1945". (28 maggio 2009) |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-05-29 Anche Le Figaro su Berlusconi: "Indebolito da sue vicende private" Una grande foto di Silvio Berlusconi è oggi sulla prima pagina del quotidiano conservatore francese Le Figaro, che titola "Berlusconi indebolito dalla sua vita privata". Il giornale, sotto la foto, scrive: "Richiesto giorno dopo giorno di spiegazioni sui suoi rapporti con una giovane napoletana, il presidente del Consiglio, capolista dalle europee del 7 giugno nelle cinque circoscrizioni italiane, rinuncia a tenere comizi elettorali e teme una disaffezione dell'elettorato cattolico". Un'intera pagina è dedicata all'argomento, all'interno del quotidiano, sotto il titolo: 'Noemi, zavorra per la campagna di Berlusconi': "Silvio Berlusconi ha l'arte di complicarsi la vita. Non si dice di lui che è il peggior nemico di se stesso? Unico leader europeo a presentarsi alle elezioni europee, come capolista nelle cinque circoscrizioni d'Italia, poteva sperare, con una quota di popolarità che lui afferma essere al 73%, di trasformare lo scrutinio del 6 e 7 giugno in una marcia trionfale, o un plebiscito. In due settimane, una sentenza di tribunale e un affare privato gettato in pasto all'opinione pubblica l'hanno trasformato in un calvario". Più in basso nella pagina, il quotidiano conservatore francese dedica un articolo anche alla politica di sicurezza nel nord: "La Lega dispiega la sua politica di sicurezza nel paese di Caravaggio", illustrando "videocamere, ronde, ordinanze per bloccare i matrimoni misti di convenienza", tutto in una corrispondenza da Caravaggio, provincia di Bergamo. Infine, terzo articolo dedicato ai "settantadue "fannulloni" di Strasburgo", dedicato da Le Figaro a "i deputati italiani" che "battono tutti i record nella capitale alsaziana: sono i meglio pagati, i meno assidui e i più distratti". 28 maggio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-05-28 Financial Times: il vero peccato di Berlusconi è l'economia di Elysa Fazzino 28 maggio 2009 I figli di Berlusconi reagiscono all'attacco di Franceschini Il Financial Times e la "carriera" di Berlusconi Il premier nel mirino della stampa internazionale PILLOLA POLITICA / Dalla Sicilia a Noemi, la campagna che il Cavaliere non si aspettava (di Emilia Patta) Pubblicità "ll vero peccato di Berlusconi" è di essere uno dei peggiori gestori dell'economia italiana: l'Italia è sempre più oberata dal debito pubblico e sarà il solo Paese dell'eurozona con tre anni consecutivi di recessione. Il Financial Times torna alla carica e lancia un nuovo affondo al premier italiano, spostando il tiro, questa volta, sull'economia. La critica viene dal blog di Tony Barber da Bruxelles, che si può leggere sul sito www.ft.com. Il blog parte dal caso Noemi Letizia per poi osservare che gli avversari di Berlusconi, in Italia e fuori, "ribollono di furia" nel vedere come lui esce indenne dalle bufere, l'ultima delle quali è la sentenza che ha condannato l'avvocato inglese David Mills per avere testimoniato il falso per proteggere Berlusconi e la sua Fininvest. "In qualsiasi altro paese europeo, uno scandalo di queste dimensioni avrebbe fatto cadere il primo ministro in minor tempo di quanto ci voglia a dire "papi". Ma non in Italia, dove Berlusconi è riuscito a fare approvare dal Parlamento una legge che gli dà l'immunità". Barber definisce "deprimente" il rituale di accuse e controaccuse tra Berlusconi e i magistrati, rituale che continua a ripetersi anche adesso. Quindi mette il premier italiano sul banco degli imputati con l'accusa economica. "Nel tribunale dell'opinione pubblica – scrive Barber - alcuni potrebbero considerare sorprendente che Berlusconi non sia stato condannato per essere stato uno dei peggiori gestori dell'economia italiana dal 1945 in poi". Il suo breve governo del 1994 "non ha ottenuto niente". I suoi cinque anni al potere dal 2001 al 2006, soprattutto a causa sua, non hanno introdotto le riforme di liberalizzazione di cui l'Italia ha disperatamente bisogno per essere competitiva nell'eurozona. Ora, continua il blog, Berlusconi "sta presiedendo un declino che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, farà dell'Italia il solo Paese dell'eurozona dove ci saranno tre anni consecutivi di recessione, dal 2008 al 2010". La stilettata finale: "Peggio di tutto, il debito pubblico italiano aumenterà al 116 per cento del prodotto interno lordo nel 2010, secondo la Commissione europea. In altre parole, l'Italia tornerà dove era alla fine degli anni '90. Noemi o non Noemi, questo è il vero peccato di Berlusconi". 28 maggio 2009
Il Financial Times e la "carriera" di Berlusconi di Elysa Fazzino commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 27 maggio 2009 Il premier nel mirino della stampa internazionale Pubblicità Un editoriale del quotidiano britannico mette in risalto il rischio che i contenuti seri della politica vengano sostituiti con l'entertainment. Critiche al presidente del Consiglio anche dall'Indipendent, dalla stampa francese e da El Pais
Berlusconi "è un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio malefico per tutti". Lo scrive oggi il Financial Times in un editoriale dal titolo "L'influenza funesta degli amici Burleschi", un calembour che gioca sull'assonanza tra Berlusconi e l'aggettivo "burlesco". "Il fascismo non è il futuro probabile dell'Italia", scrive il quotidiano britannico. "Chiaramente Berlusconi non è Mussolini: ha squadre di starlette, non di camicie nere". Ma il vero pericolo sta altrove, secondo il Financial Times. In quindici anni di carriera politica Berlusconi ha spostato a destra l'opinione pubblica e lo ha fatto non con rozza propaganda ma concentrandosi su lustrini e ragazze e con una retorica "iperbolica" che vede tutta l'opposizione come comunista e se stesso come una vittima. Di fronte alle "difficili domande sulla sua relazione con la teenager che vuole fare la starlette", se l'è presa con La Repubblica, "il giornale più ostinato" nel porre le domande al premier, "ha lanciato velate minacce tramite un suo associato e ha cercato di invalidare le domande in quanto viziate politicamente ". Ha mostrato la stessa "belligeranza" verso "i magistrati che lo hanno giudicato corruttore dell'avvocato inglese David Mills". E insoddisfatto di un Parlamento che gli ha dato l'immunità, lo ha definito "inutile" e ha detto che dovrebbe essere ridotto a 100 deputat, "mentre i suoi poteri aumenterebbero". "Il pericolo di Berlusconi è di tipo diverso da quello di Mussolini", continua il quotidiano britannico, "è quello dei media che rendono fatui i contenuti seri della politica e li sostituiscono con l'entertainment. È quello di una spietata demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire basi indipendenti ai poteri in competizione. È mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine grandiosa, composta da affermazioni di successi senza fine e sostegno popolare". Conclude il Financial Times: "Che egli sia così dominante è anche in parte colpa di una sinistra esitante, di istituzioni deboli e a volte politicizzate, di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa è di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo in primo luogo per l'Italia e un esempio malefico per tutti". 27 maggio 2009
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